Pavimenti e rivestimenti sono un po’ come l’epidermide degli spazi che abitiamo: quindi una ristrutturazione può essere immaginata quasi come un cambiar pelle. Per questo, considerati i tanti innovativi materiali e le soluzioni oggi disponibili, potrebbe sembrare insolito pronunciare la parola “cemento”, anzi microcemento, accostata a concetti quali pavimentazione e rivestimento contemporanei.
Microcemento, o anche Microtopping, è proprio il modo in cui ormai da tempo chiamiamo un modernissimo rivestimento a base cementizia, miscelata ad altri materiali che di volta in volta possono essere terre, colori, sabbie o persino componenti in grado di creare effetti metallo o pietra lavica, per pavimenti e rivestimenti dallo spessore di 2 o 3 mm, molto resistente all’abrasione. Un po’ come voler ottenere per la propria casa un effetto simile alle pavimentazioni industriali, ma potendo disporre di una tavolozza di opzioni estetiche ogni giorno più ampia…
Il microcemento aderisce a tal punto da poter essere applicato senza problemi a ogni tipologia di superficie, gres e ceramica compresi. Questo ne spiega il successo a partire da quegli interventi di rinnovo o ristrutturazione di spazi in cui, a fronte di una spesa e di tempi ridotti, si ottengono risultati sorprendenti. Ciò anche grazie al vantaggio di poterlo stendere facilmente, senza bisogno di livellare porte o finestre.
Altro punto di forza del microcemento è rappresentato dalla sua
versatilità su ambienti interni ed esterni, oltre che su ogni tipo di superficie: irregolare, liscia o ruvida. Allo stesso modo si adatta a pareti, tetti e strutture curve, consentendo al progettista di perseguire quell’ideale di continuum visivo, sia rispetto ai materiali adoperati, che all’estetica d’insieme.
Questo innovativo strato di cemento dallo spessore di soli 2 o 3 mm si caratterizza altresì per l’elevata resistenza, oltre che praticità e adattabilità: non si usura, si pulisce agevolmente, è impermeabile e non attaccabile da agenti chimici.
Un vantaggio non da poco, legato sempre alla praticità, è quello che il microcemento non richiede betoniere o altre macchine di grandi dimensioni per essere realizzato. Ciò permette di utilizzarlo in qualunque edificio, sia se già occupato, sia se collocato ai piani alti. Una versione molto nota di microcemento è ad esempio il Mikrodecor di Stone International, con superficie a vista idrorepellente, che ne rende ideale l’utilizzo anche in cucine, bagni, box da doccia, nonché come rivestimento di vasche da bagno.
Come detto, anche l’ampia gamma di personalizzazioni e possibili soluzioni stilistiche ne fa un’opzione molto stimolante per l’arredo contemporaneo: cataloghi cromatici con l’imbarazzo della scelta, varietà di lavorazioni, quali velature, spatolature (a contrasto o tinta su tinta), effetti nuvolati, lucidi o materici, le possibilità di resa stilistica possono puntare sia al moderno, che al rustico, che al classico. La sua applicazione, sempre di tipo artigianale, fa sì che ogni volta la texture della superficie possa assumere caratteri unici e irripetibili.
Inutile provare a elencare i tanti colori disponibili, a partire dal bianco e da svariate tonalità di grigio. Altrettante sono ad esempio le sfumature di marrone e rosso, come anche tutta la famiglia dei blu, viola e azzurri: cielo, acqua marina, lavanda ecc. ecc. Senza dimenticare che oltre al tipico effetto proprio del cemento grezzo, si può arrivare anche all’effetto legno, satinato o lucido.
Anche dal punto di vista ecologico il microcemento è pienamente eco-compatibile e ciò si deve alla sua formulazione a base d’acqua che lo pone perfettamente in linea con gli standard e le attuali normative comunitarie.
Benché i vantaggi del microcemento siano così vari ed evidenti, ci sono degli aspetti che vanno ben tenuti presente, pur non trattandosi di veri e propri “svantaggi”. Il primo fra questi è che, nonostante la suddetta facilità di posa, il microcemento richiede una professionalità non banale, con specifiche competenze ed esperienza (trattandosi di soluzioni anche costantemente all’avanguardia nella tecnica) per poter garantire la consegna di un lavoro efficiente.
Un altro aspetto, che anche in questo caso non nega che parliamo comunque di un materiale molto durevole, è costituito dal tipo di contesto in cui si opterà per il microcemento: benissimo se ci troviamo in abitazioni o spazi commerciali dove sarà particolarmente apprezzato il suo impatto estetico e ci saranno meno rischi di usura, un po’ meno in ambienti più esposti a maggiori impatti (come appunto quello industriale). In questi casi la scelta ottimale dovrebbe ricadere più sulla resina industriale o comunque sul cemento tradizionale.
Ultima precisazione, a scanso di equivoci: il microcemento, pur essendo molto resistente ad acqua e umidità, non va scambiato per un materiale impermeabilizzante. Ciò significa in altre parole che la base su cui applicarlo dovrà essere sempre completamente asciutta, verificando anche l’eventuale presenza di umidità nelle fughe, in caso di posa su pavimento preesistente.
Anche se in alcuni casi li si potrebbe confondere, poiché entrambi pavimenti continui e senza fughe, resina e microcemento rappresentano due mondi completamente diversi, a cominciare dal fatto che mentre per il microcemento parliamo di “base ad acqua”, per la resina la base è epossidica, cioè si tratta di polimeri (prodotti della lavorazione del petrolio) termoindurenti, che oltre a produrre un effetto generalmente più “lucido” o comunque “plastico”, a lungo andare potrebbero ingiallirsi (a causa della limitata resistenza ai raggi UV e agli effetti della luce solare) o anche creare piccole bolle.
Come detto invece, nel microcemento prevale la maggiore matericità, quindi un effetto senz’altro più naturale. Inoltre il microcemento, al contrario della resina, può rivestire superfici verticali, soffitti e molto altro, come ad esempio pareti in cartongesso (oltre che in muratura), scale, vasche e box doccia, mobili, piani di lavoro in cucina, caminetti, banconi e tavole, tavoli di sale riunioni, nonché molti altri complementi d’arredo.
A differenza della resina che semplicemente “ingiallisce”, l’esposizione alla luce del sole non pregiudica la resa estetica del microcemento, al massimo potrà nel tempo dar vita a leggeri viraggi di colore, che – più che difetti – renderanno invece ancor più uniche le vostre superfici.
Da una delle aziende leader nel settore, la HD Surface, il prodotto Cemento WABI® costituisce un interessante rivestimento in microcemento colorato: un prodotto premiscelato in polvere, composto da finissimi granulati di marmo, cemento con l’aggiunta di cellulose di origine vegetale, ossidi e terre coloranti naturali. Ne viene implementata la durata nel tempo, la resistenza ai lavaggi e l’idrorepellenza con l’ausilio di resine trasparenti: un sorprendente equilibrio fra tradizione artigianale e tecnica industriale.
Di Kerakoll possiamo citare la linea Cementoresina, pavimento continuo a 3 strati, per uno spessore complessivo di 3,5 mm, disponibile in 10 colori (Warm Collection). Oltre alla consueta texture cementizia spatolata, la qualità estetica del prodotto si caratterizza per le finiture calde, morbide e setose al tatto, che si traducono in increspature, marezzature cromatiche e vibrazioni materiche, dovute proprio alle “naturali” imperfezioni della lavorazione artigianale. Sorprendenti saranno gli effetti di rifrazione della luce che ogni volta infonderà uno stile e un design unico agli ambienti, per un’atmosfera sempre suggestiva ed elegante.
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