Se nell’articolo precedente abbiamo parlato della centralità della luce in ogni progetto d’interni, un elemento strettamente in simbiosi con la luce è rappresentato dal colore.
Il colore, anzi la capacità di decifrare (e quindi apprezzare e utilizzare) i vari colori, è una prerogativa dell’essere umano, visto che in natura, tranne che all’uomo, solo alle scimmie viene riconosciuta una quasi analoga capacità. Interessante il fatto che in vari esperimenti le scimmie abbiano confermato il seguente ordine di preferenza tra i principali colori: blu, verde, giallo, arancione e rosso.
Nell’evoluzione dell’uomo il colore ha sempre avuto un ruolo centrale e questo per il semplice fatto che, così come per gli oggetti, ancor più l’arredo, l’ambiente e i colori che lo caratterizzano sono percepiti dal cervello, che li elabora e di volta in volta li giudica sia su base oggettiva che soggettiva. Di conseguenza gli obiettivi che un interior design nel 2020 può affidare al colore non si limiteranno certo alla semplice decorazione…
Sia osservazioni empiriche che studi scientifici hanno dimostrato quanto la relazione tra uomo e ambiente architettonico possa dipendere in gran parte dalla percezione sensoriale del colore. Possiamo tranquillamente affermare che la risposta umana al colore è totale, poiché questo ci influenza più di tutto a livello psico-fisico.
Il progettista del colore nell’interior design ha pertanto il compito di sapere in quale misura la stimolazione visiva, intesa in funzione della sua elaborazione e delle risposte evocate in combinazione con il sistema ormonale, possano in un determinato ambiente produrre le condizioni ideali per il benessere di chi lo vivrà e abiterà.
Il sistema denominato “Policromia architettonica” dell’architetto, urbanista, pittore e designer svizzero naturalizzato francese Charles-Édouard Jeanneret-Gris, meglio noto con lo pseudonimo di Le Corbusier, resta ancora oggi un valido modello di studio per la progettazione del colore architettonico. 63 diverse tonalità di colore che Le Corbusier mise “a sistema” in due diverse collezioni del 1931 e del 1959.
Tonalità perfette per l’architettura, in naturale armonia tra loro e potenzialmente combinabili in infinite modalità. Chiaramente dietro ogni tonalità c’è una specifica idea di rilevanza e una differente “strategia” di possibile sviluppo spaziale, oltre che di percezione e reazione umana.
Oggi, in edilizia e arredamento, lo standard di riferimento a livello internazionale per classificare i colori è il sistema NCS (Natural Colour System), un modello basato proprio sulla percezione umana della cosiddetta “opponenza cromatica” (diverso quindi da quello della “mescolanza” tra colori su cui si basano altri sistemi come l’RGB o altri), proposta nel 1915 dal fisiologo tedesco Ewald Hering sulla scia delle formule studiate negli stessi anni dal pittore americano Albert Henry Munsell. In seguito, dal 1964 in avanti, il sistema NCS è stato implementato dallo Swedish Color Center Foundation e oggi codifica ben 1.950 tonalità cromatiche.
Il principio di questo sistema è che ogni stimolo visivo può essere descritto in base al grado di somiglianza con sei colori elementari, ovvero “quelli non associabili a livello percettivo ad alcun altro colore se non bianco, nero, rosso, giallo, verde e blu”.
Tutti gli altri colori sono definiti come “percezioni composite”, in altre parole esperienze visive catalogate in termini di somiglianza con i sei colori elementari.
Questo spiega perché nei codici colore NCS sono presenti tre valori, corrispondenti ad altrettante percentuali, relative a:
Fatta eccezione per alcune macro-differenze d’interpretazione (più che altro culturale) del bianco e del nero tra aree geografiche diverse del mondo, sulla “lettura psicologica” dei colori – a livello internazionale – c’è molta più uniformità d’interpretazione di quanto potremmo immaginare.
Questo per la semplice ragione che le reazioni biologiche al colore sono di natura esclusivamente fisica, in quanto direttamente collegate alle frequenze energetiche corrispondenti alle diverse onde luminose. Appositi test hanno addirittura dimostrato come anche una persona bendata possa riportare un aumento del battito cardiaco se esposta al colore rosso e una diminuzione in presenza del blu!
In qualunque cultura, infatti, il blu sarà comunque associato al cielo e all’acqua, il giallo al sole e alla luce, mentre il rosso al sangue e al fuoco, con le conseguenti implicazioni psicologiche…
Riguardo invece alla preferenza più “consapevole e razionale” dei colori, l’esperienza mostra che i giovani sono attratti dai colori più saturi e primari, mentre gli anziani optano per colori meno saturi e più attenuati. Questa stessa logica prevale anche nei gusti tra persone estroverse e introverse.
I colori e le loro percezioni sono quindi direttamente responsabili di una serie di stimoli consci e inconsci nella nostra relazione psicologica con lo spazio.
Oltre agli elementi costruttivi che compongono un oggetto architettonico, l’applicazione di colori sulle superfici influenza anche l’esperienza di utilizzo di un determinato spazio.
Il colore in architettura può cioè mostrare e sottolineare un determinato volume o dettagli costruttivi, nonché imitare visivamente determinati aspetti dello spazio. Può suscitare emozione o particolari effetti visivi.
Ad esempio, in un ambiente con pareti, pavimenti e soffitti neutri, applicando determinati colori sulle diverse superfici, otterremo effetti visivi diversi. Se dipingiamo la parete centrale e il soffitto nella stessa tonalità, l’ambiente sembrerà espandersi. Se invece vogliamo abbassare l’altezza percepita di uno spazio o fissare la messa a fuoco all’altezza dello sguardo di un osservatore, dipingere tutte le superfici a metà altezza e mettere i toni più scuri sulle superfici superiori ci darà l’effetto desiderato.
Questi sono solo semplici esempi del potere del colore nell’architettura d’interni. Allo stesso modo il colore può da solo “fare architettura” o armonizzare un ambiente nel momento in cui sarà usato per distinguere e valorizzare volumi diversi (es. una parete a rilievo, oppure soffitti e controsoffitti), senza bisogno di impiegare rivestimenti più particolari oltre che più costosi.
Tra le pitture da interni più consigliate ci sono senz’altro gli ottimi ducotoni (colorazioni lavabili), oppure, nel caso di colori più scuri possono essere preferibili gli smalti all’acqua. Queste alcune delle aziende che ci sentiamo di consigliare per l’indiscutibile qualità Sikkens, Oikos e Sigma.
C’è poi l’ampio capitolo delle resine, per una maggiore protezione della parete o dello stesso microcemento di cui ci siamo già occupati.
Colore può anche voler dire carta da parati, quindi “vestire” letteralmente di creatività le pareti, in tessuto, pvc o carta, con temi figurativi o astratti, colore puro o anche carte da parati pitturabile, per un effetto con sorprendenti trame a rilievo e la maggiore facilità all’occorrenza di rimuoverla al mutare delle esigenze di stile e colore. Ma di questo rinviamo appunto all’articolo dedicato.
In alternativa la pitturazione può avvenire direttamente a parete, ma dopo aver applicato degli stucchi (tramite spatole con diverse granulometrie oppure utilizzando appositi stampi) che permettono di creare diversi effetti a rilievo.
L’effetto del colore dipenderà anche dal posizionamento e dal contesto, poiché i colori non sono quasi mai visti isolatamente. La nostra percezione e reazione a una tonalità cambierà se questa si trova su un soffitto, su una parete o sul pavimento, e in funzione della scelta (fatta ovviamente a monte dal progettista!) sulla luce.
Il colore influisce sulle caratteristiche visive stesse della forma (geometria, dimensione percepita dell’oggetto e “peso visivo” dello stesso) e può anche finire per suggerirci una trama diversa dalla finitura superficiale dell’architettura.
E ora proviamo a entrare nel vivo dei “significati psicologici” dei vari colori, anche se ovviamente possiamo farlo per grandi linee e non certo su tutte le 1.950 tonalità cromatiche dei sistema NCS.
Blu
Oltre che… dalle scimmie, il blu è certamente il colore preferito dalla maggior parte della gente. Questo perché rimanda al cielo, all’acqua e anche alla lontananza. Culturalmente, è legato al freddo. Ha un effetto rilassante, calmo, sobrio, confortevole e nobile. Trasmette positività e senso di sicurezza.
Per questo ben si adatta a spazi professionali e commerciali, come banche, uffici e aziende.
In un’accezione negativa potrebbe risultare spaventoso, deprimente, malinconico e, appunto, freddo.
In architettura il carattere del blu sembra essere trasparente, bagnato, fresco e quindi rilassante.
Un soffitto blu chiaro può apparire freddo o sfuggente, oppure pesante e opprimente (se scuro).
Sulle pareti può risultare fresco e distante (se leggero), incoraggiante e invitare all’approfondimento dello spazio (se scuro).
Sul pavimento può suscitare una sensazione stimolante di movimento.
Giallo
Come il sole, l’oro o anche lo zolfo. È pertanto un colore molto brillante e da usare con la giusta attenzione, perché se da un lato può produrre gioia e divertimento, dall’altro può celare invidia e gelosia, se non proprio senso di tradimento.
Veicola ottimismo, curiosità, giovialità e un’atmosfera senz’altro luminosa: per questo può essere ideale in spazi commerciali o ristoranti, per attirare l’attenzione del pubblico.
Di certo l’effetto è incoraggiante.
Può scaturirne un’associazione psicologica positiva del tipo solare, allegra, radiosa e vitale. Oppure negativa qualora percepita in senso egocentrico e abbagliante.
Nella sua purezza il giallo è il più felice di tutti i colori. Irradia calore, allegria e ispirazione e significa illuminazione e comunicazione.
Su un soffitto può sembrare leggero (verso il limone), luminoso o stimolante.
Sulle pareti può risultare caldo (se verso l’arancio), oppure eccitante e tendente all’irritante (se molto saturo).
Un pavimento potrebbe apparire elevato oppure deviante/spiazzante.
Rosso
Il colore dell’energia, dell’eccitazione, dell’impulso.
In spazi commerciali, negozi o fast food, può attrarre una certa compulsività e il desiderio sfrenato del consumatore.
Di certo l’effetto del rosso è eccitante e stimolante.
L’associazione mentale positiva può essere quindi passionale, fervida, attiva, forte e calda.
Può diventare negativa se troppo intensa, aggressiva, furiosa, feroce e “sanguigna”.
Parliamo indubbiamente del colore più dominante e dinamico. L’occhio dovrà effettivamente regolare la messa a fuoco, poiché il punto focale naturale del rosso si trova dietro la retina. Questo vuol dire che un elemento rosso appare più vicino di quello che è!
Ad esempio un soffitto potrebbe risultare invadente, inquietante, pesante.
Alle pareti il rosso potrà sembrare aggressivo o comunque dare il senso di “avvicinarsi troppo”.
Il pavimento rosso potrà rivelarsi… un protagonista anche troppo consapevole oppure contribuire a elevare il senso di vigilanza e attenzione (non a caso il tappeto rosso o red carpet per le star desta sempre grande attenzione anche quando utilizzato sulle scalinate).
Verde
Per eccellenza il colore che ispira calma, tranquillità, serenità e benessere.
Non per altro la fa da padrone in spazi associati alla salute e al benessere, come ospedali e spa o centri benessere.
In senso positivo può essere mentalmente collegato a qualcosa di tranquillo, rinfrescante, silenzioso e naturale.
In un’accezione negativa può essere percepito come troppo comune, noioso e quindi “colpevole” di poca intraprendenza…
Al contrario del rosso, quando si punta lo sguardo al verde l’occhio si concentra esattamente sulla retina, ragion per cui il verde è in assoluto il colore più riposante per l’occhio, oltre che capace di abbassare la pressione sanguigna.
Come detto, a livello di interpretazione, il verde può simboleggiare la natura, ma anche la muffa e la malattia.
Usato su un soffitto potrebbe risultare protettivo, ma attenzione che il riflesso sulla pelle potrebbe non rivelarsi altrettanto attraente.
Il verde sulle pareti potrebbe renderle fresche, sicure, calme e “affidabili”, quindi non “pressanti”, ma potrebbero arrivare a risultare irritanti se la tonalità diventasse più abbagliante (es. verde elettrico).
Un pavimento verde sarà percepito come naturale (se non troppo saturo), morbido, rilassante oppure freddo qualora la tonalità virasse al blu.
Arancione
Un colore che si genera dalla morbida combinazione di giallo e rosso, quindi può trasmettere un’idea d’intensità, creatività, euforia ed entusiasmo.
Per questo si adatta bene ad ambienti creativi, come uffici moderni, studi e scuole, caratterizzati da esigenze di intrattenimento, sicurezza e gioventù. Interessante notare che è sia il colore del divertimento che del buddismo.
In combinazione con il blu trasmette l’idea d’intraprendenza e fiducia, per cui non di rado viene adottato dalle agenzie bancarie e da molti uffici.
L’effetto è senza dubbio eccitante, stimolante e incoraggiante.
In senso positivo viene percepito come gioviale, vivace, energico ed estroverso.
Se interpretato negativamente può risultare invadente e troppo “sopra le righe”.
L’arancione è un colore meno maschile del rosso. Per questo bisogna stare attenti, quando se ne riduce la saturazione, a che non sembri troppo “vorrei ma non posso” (o comunque di poco conto) o senza troppo vigore.
Su un soffitto può renderlo stimolante, quasi a voler richiedere più attenzione.
Alle pareti risulterà caldo e luminoso.
Un pavimento potrà apparire attivante e decisamente orientato al movimento.
Viola
Un tempo era il colore più costoso da ottenere, in quanto ricavato da molluschi e per questo ne conserva un antico alone di ricercatezza (usato quasi esclusivamente dai re o durante le celebrazioni religiose). Un certo retaggio culturale lo lega indissolubilmente al potere, alla regalità; un colore oggettivamente non molto facile da trovare in natura.
Può pertanto esprimere benessere, calma e morbidezza.
Tra le possibili associazioni mentali positive certamente da evidenziare il carattere dignitoso ed esclusivo; in senso negativo può apparire solitario, triste, pomposo o anche presuntuoso.
Essendo il viola una miscela di rosso e blu, quindi due colori psicologicamente opposti, può apparire delicato e ricco, ma anche inquietante e degenerato.
Attenzione a usarlo su un soffitto, potrebbe renderlo sconcertante e sottomesso!
Alle pareti risulterà pesante e opprimente.
Su un pavimento potrebbe generare un effetto fugace o persino magico…
Rosa
Possiamo distinguere due possibili effetti: quello vivace del rosa “gommoso” o calmante del rosa chiaro.
Pertanto a livello mentale può connotarsi in senso positivo per vivacità, calma e intimità; al negativo come eccessivamente dolce/sdolcinato o comunque debole.
Va indubbiamente “maneggiato con cura”: può essere smaccatamente femminile o limitarsi a descrivere una certa delicatezza.
Su un soffitto potrebbe renderlo delicato e “di conforto”.
Alle pareti risulterà un valido inibitore di aggressività, oltre che intimo e dolce (ma attenzione che non lo sembri troppo!!).
Al contrario, su un pavimento, lo renderebbe fin troppo delicato, per questo difficilmente lo si vede utilizzato sotto i nostri piedi.
Marrone
Probabilmente, in quanto colore del terreno, è il colore della sottomissione. Per questo può avere associazioni mentali positive in quanto caldo, costante, sicuro e stabile, oppure negative se percepito troppo opprimente o pesante.
Ovviamente va evidenziata l’enorme differenza materica che può esserci tra una superficie in legno (o effetto legno) e una vernice marrone.
Un soffitto marrone potrà quindi risultare opprimente e pesante se eccessivamente scuro.
Le pareti risulteranno confortevoli e rassicuranti se in legno, molto meno se il marrone fosse quello di una vernice.
Bianco
Sul bianco andrebbe aperto un capitolo a parte, in quanto – a dispetto della sua diffusa presenza da sempre nelle nostre case – questo suo “successo” non è necessariamente sintomo di grande studio e attenzione da parte di progettisti e interior designer.
A livello inconscio, infatti, l’effetto del bianco può essere valutato anche come sconcertante e alla sua tradizionale accezione positiva di colore pulito, nitido e luminoso, si contrappone quella eventualmente negativa di vuoto e sterile.
Nel design contemporaneo sarebbero davvero tante le ragioni psicologiche e fisiologiche per non dover usare il bianco come colore dominante.
Su un soffitto può rimarcare un senso di vuoto, anche se a ciò si potrebbe controbattere che il bianco aiuta a diffondere le fonti di luce e a ridurre le ombre.
Idem se immaginiamo pareti completamente bianche: il senso potrebbe essere dal “neutrale” (in caso positivo) al vero e proprio vuoto, sterile e quasi senza energia.
Un pavimento perfettamente bianco vorrebbe dire: vietato calpestarmi!
Interessante notare come da simbolo di purezza, innocenza e candore, in particolare nella cultura mediterranea, il bianco assuma un significato di morte in quelle orientali.
Grigio
Un colore che, come ben sappiamo, può avere innumerevoli sfumature, che possono attribuirgli un valore dal neutro al rilassante. Per questo può essere percepito in senso positivo come colore neutro e “imparziale”, ma in un attimo si può arrivare alla lettura negativa di noioso.
Un dato di fatto è che il grigio non riesce proprio ad avere alcuna applicazione in ambito psicoterapeutico. Questo forse dovrebbe far pensare prima di applicarlo con tanta disinvoltura su grandi superfici…
Un soffitto grigio risulterà di certo ombroso.
Alle pareti, come detto, bisognerà stare attenti a non sfociare dal “positivo” grigio neutro a quello percepito come noioso.
Su un pavimento possiamo invece essere più sicuri che prevarrà la funzione “neutrale”.
Nero
Inevitabile affiancare un aggettivo al colore nero: minaccioso. Questo non avviene per caso: il nero corrisponde all’assenza di colore, quindi per l’essere umano all’oscurità e alla notte.
A livello psicologico, potremmo pensare alla televisione o alla fotografia in bianco e nero, ricavandone un significato positivo solo se lo leghiamo al senso del profondo e/o dell’astratto.
Ma, al contrario, la lettura in negativo del nero nella vita concreta ce lo renderà più simile a una prigione, alla notte, al dolore e alla morte.
Il nero è simbolo di potere oppressivo, delle tenebre come dell’ignoto.
Un soffitto nero potrà sembrare vuoto o anche opprimente.
Le pareti sembreranno minacciose, oppure sotterranee…
Un pavimento perfettamente nero risulterà strano, se non proprio astratto e irreale.
Inutile dire che anche il nero va maneggiato con estrema cura: nella cultura occidentale corrisponde a morte, lutto, mistero e senso dell’occulto. D’altra parte, è il colore universalmente associato all’eleganza e alla potenza.
Facebook Comments