Una divertente riflessione, nel parlare di infissi sottili o degli ormai molto noti profili in alluminio minimal, nasce dal considerare il modo perfino curioso in cui nel tempo si è evoluto il nostro gusto. Volendo scherzarci su, è come se in pochi decenni fossimo passati dall’ostentazione quasi sfrenata di oggetti e particolari decorativi ammassati sotto i nostri occhi (forse proprio con quell’idea – o ossessione?? – di colpire “nell’abbondanza”), al rito sempre più apprezzato e ricercato dell’essenzialità.
In questo passaggio “epocale”, è particolarmente interessante il caso dell’evoluzione degli infissi e serramenti nelle nostre abitazioni, visto che quasi tutte hanno attraversato una specie di periodo “barocco”, allorché erano proprio gli infissi i protagonisti assoluti della scena. Forse qualcuno ricorderà… tutte le volte che in visita da amici ci si fermava ad apprezzare le finiture, i dettagli, la bellezza di porte e finestre in legno, alluminio o altri materiali.
Oggi, entrati definitivamente nella nuova era degli infissi o serramenti dai profili sottili o minimal e i telai in alluminio ridotti, a chi o a cosa riserveremo invece tutta la nostra attenzione? Non certo a loro, diventati sempre più “invisibili”, ma alla luce, unita a una nuova idea di visione dall’interno all’esterno che diventa molto più pulita. Come anche l’aspirazione a creare anche una maggiore continuità visiva tra esterni e interni.
Per alcuni versi può sembrare bizzarro: mentre cresce a dismisura il coefficiente di qualità, tecnologia e ricerca ben celata nelle parti interne di queste nuove finestre e vetrate di “minimal design” e i relativi serramenti altrettanto minimalisti, il pregio di questi prodotti davvero innovativi diventa quasi impalpabile, vista la loro funzione di permettere di poter agevolmente “guardare oltre” e non di fermarsi ad ammirare gli infissi. Come dire “il sacrificio estremo” dell’oggetto, in funzione di puntare all’obiettivo ben più nobile della bellezza assoluta.
Proprio questo è il senso basilare del termine “minimalista” o “minimal”: tornare all’essenzialità, senza fronzoli o abbellimenti superflui. Finalmente entra direttamente nel nostro quotidiano il frutto dell’insegnamento di quella corrente di artisti, designer e progettisti del secondo Novecento stanchi di un martellante affollamento di cose, segni, forme e colori che male si coniugano con la sempre più condivisa ricerca della tranquillità esteriore e interiore, per “difendersi meglio” da un mondo sovraccarico di stress.
Il termine “minimal art” si deve al filosofo dell’arte inglese Richard Wollheim che nel 1965 a New York, dalle pagine della celebre rivista “Art Magazine”, così volle riferirsi rispetto a quella tendenza alla riduzione e all’essenzialità. Un concetto che ben si coniugò con l’altrettanto nota espressione “less is more” (il meno è più) dell’architetto e designer tedesco Ludwig Mies van der Rohe che difese questo pensiero finché fu in vita (1969).
Con gli infissi minimal non stiamo parlando di un’effimera tendenza “che poi passerà”: oggi queste idee sono alla base di una nuova concezione estetica, tipica della contemporaneità, che punta alla valorizzazione e percezione dello spazio. Minimalismo è geometria, linee pulite e “pulizia visiva”, generata come detto dall’eliminazione del superfluo. Questo non vuol dire necessariamente freddezza o “ridotta capacità di accogliere”, bensì è una scelta di stile e di “autenticità” nel ricercare un equilibrio e un ordine che si spiegano nel sentirsi finalmente “liberi” dagli eccessi.
Per questo, come interior designer cerco prima di tutto la funzionalità in un’estetica sobria in cui siano lo spazio e la luce naturale a conquistare la scena. Nulla più della luce è in grado di amplificare i nostri ambienti, rendendoli luminosi, e influenzando al tempo stesso il nostro umore nella direzione della massima vitalità.
Probabilmente ciò che è minimal riflette anche una personalità pragmatica, libera ed efficiente, senza zavorre e con una chiara consapevolezza dei valori più autentici. Ciò vuol dire considerare anche il prezzo degli infissi minimal un fattore secondario rispetto a obiettivi quali funzionalità, prestazioni e bellezza. Soprattutto nel caso di serramenti di grandi dimensioni, quello che si “sottoscriverà a vita” è un rapporto privilegiato e unico dei propri ambienti con la luce naturale.
I profili sottilissimi in alluminio puntano decisamente al minimo ingombro, con forme lineari e semplici, nette e definite. Il superfluo sparisce, resta solo l’indispensabile: zero elementi decorativi, c’è solo e unicamente il vetro. L’effetto è quello dirompente di un quadro, senza la “gabbia” della cornice. Il fuori si presenta nella sua totalità e autenticità, il dentro è altamente vivibile e “protetto”, grazie all’isolamento termoacustico che resta massimo… anche con serramenti minimal.
Ancor più nei casi di ristrutturazione e riqualificazione di immobili di pregio e con particolari caratteristiche estetiche, la scelta delle cosiddette finestre minimal, o con “anta a scomparsa”, risponde ai più severi criteri architettonici. Tutto ciò grazie a una tecnologia in cui i profili di anta sottili, che sono privi di fermavetro interno, consentono di avere la massima ampiezza di superficie vetrata, sia mediante l’anta a scomparsa, che a sezioni in vista complessive di soli 73 mm.
Un design minimale che, oltre alla facilità di penetrazione della luce negli ambienti, provvidenziale ancor più in quei contesti tipici della modernità in cui bisogna valorizzare aperture anche molto ristrette, consente un inserimento discreto di infissi e serramenti in ogni tipo di contesto architettonico e valore storico-artistico.
Spessori sempre più ridotti dei profili di finestre e portefinestre assicurano una grande luminosità agli ambienti, pur sempre lasciando inalterati gli standard di isolamento termico e acustico. Questo grazie alla possibilità, anche per i modelli di infissi e serramenti minimal dai profili più sottili, di utilizzare i tradizionali vetri isolanti, le cosiddette vetrocamere.
Come dicevamo è il vetro l’unico protagonista: la scelta può quindi ricadere su vetri a bassa emissione, in grado di trattenere fino al 90% del calore interno prodotto dal riscaldamento domestico. Al contrario, nella bella stagione, le schermature solari permetteranno di non far surriscaldare l’ambiente.
Nei casi di diretta esposizione a sud si può optare decisamente su vetri cosiddetti selettivi, ancor più indicati contro l’eccesso di radiazione solare. Questi rispondono ottimamente anche alle esigenze di isolamento acustico, con riduzione fino a 40 dB.
Anche con infissi e serramenti minimal si può optare per le consuete aperture a battente, scorrevole o a vasistas; possono essere scelti in legno, metallo (a taglio termico), PVC o legno-alluminio. Quest’ultima combinazione ha il pregio di garantire dal lato interno l’alto livello di isolamento tipico del legno e da quello esterno poter sfruttare anche la resistenza e la durevolezza dell’alluminio, insieme alla gradevolezza estetica.
Altresì le finestre per i tetti, importantissime sia per illuminare gli ambienti sottotetto, sia in generale per avere una fonte di luminosità dall’alto, sono ormai disponibili anche per coperture piane.
Giova infine ricordare che qualunque intervento collegato all’introduzione di infissi e serramenti di nuova generazione ha la possibilità di beneficiare di detrazioni fiscali fino al 65%.
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